Dal diario di Adriana
Giorno 19
Ci sono volute 24 ore per metabolizzare che Luis Sepulveda se ne è andato, ucciso dal Covid. Quando ieri mattina la notizia è piombata nelle redazioni sembrava tutto surreale. Perché nei libri di storia e di letteratura chi verrà dopo di noi leggerà che un virus, di origine sconosciuta, si è portato via un grande della letteratura.
La gabbianella e il gatto
Ricordo quando portai al cinema mia figlia a vedere La gabbianella e il gatto, tratta dal suo romanzo. Un gabbiano avvelenato da una macchia di petrolio nel Mare del Nord, in punto di morte, riesce ad affidare il suo uovo al gatto Zorba al cinema la voce era di Carlo Verdone) strappandogli la promessa di non mangiare l’uovo, di averne cura e di insegnare a volare alla creatura che sarebbe nata.
Uscimmo dal cinema con gli occhi lucidi come sempre quando i nostri cuori avvertono che l’incontro tra tutti gli esseri che popolano la terra è possibile e quel senso di comunione ci rende più buoni. Immagino che la tanto acclamata Greta Thumberg, eroina della lotta all’inquinamento, sia cresciuta con il mito di questa storia che ancora oggi provoca così tanta tenerezza.
Luis Sepulveda ha avuto una gioventù gloriosa
Sepulveda ha avuto una gioventù gloriosa. Fu imprigionato nelle carceri del Cile ai tempi della dittatura, fu torturato, e infine liberato grazie all’intervento di Amnesty international. Ma non smise mai di combattere per i propri ideali. Fu ecologista convinto al punto di vivere per sette mesi in una foresta amazzonica per conoscere le abitudini di una tribu. Insomma fu un rivoluzionario vero in tutti i sensi.
Era in buona salute, pronto a decine di progetti e si dice che a breve stesse per uscire un nuovo libro che, a questo punto, avrà il valore di un testamento postumo. Tanti libri, tante sceneggiature, tanto teatro. Quando se ne va un grande scrittore mi viene sempre da pensare a ciò che rimane nell’immaginario collettivo. A volte si tratta di una sola opera che non necessariamente è la più efficace. Ci sono congiunzioni astrali e momenti storici che fissano nella memoria collettiva quell’immagine, così forte da appannare le altre. Non so quale delle sue opere fosse considerata da Sepulveda la più riuscita o a quale fosse più affezionato. Ma la storia della gabbianella, nella sua purezza e nella sua semplicità, sembra destinata davvero a renderlo immortale.