Dal diario di Adriana
Giorno 20
Ogni anno, se non sbaglio alla fine di agosto, si svolge per i musulmani il consueto pellegrinaggio a La Mecca. Una immensa folla di gente si dirige verso il luogo sacro e spesso non mancano gli incidenti. Nel 2015 i telegiornali mostrarono le immagini di una tragedia immane: 700 persone morirono calpestate dalla folla e più di 900 furono i feriti.
Il panico
A Torino nel 2017, in piazza San Carlo, durante la finale di Champions, rimasero ferite 1500 persone e ne morirono due. Il panico si scatenò a ondate dopo che un gruppo di ragazzi spruzzò spray urticanti. Nel 2018 in una discoteca nell’anconetano 6 morti in un locale affollatissimo per il panico provocato da spray al peperoncino.
Il potere devastante della folla
Sono solo alcuni episodi che raccontano il potere devastante di una folla che si muove impaurita e in fuga. Ho sempre avuto paura delle folle. Mi ricordo che diversi anni fa alla vigilia di Natale, a Napoli nel quartiere di San Gregorio Armeno, un serpentone di gente trascinava se stesso nella via dei presepi e ci fu un movimento, dapprima impercettibile e poi più chiaro, che mi convinse istintivamente a cercare una via di uscita da quell’abbraccio mortale. Stringevo la mano di mia figlia e con tutte le mie forze la trascinai via.
Ora, nella solitudine di queste giornate in casa e nel distanziamento sociale imposto nei luoghi di lavoro, mi accorgo che i miei sogni sono per assurdo popolati di folle. A volte sono incubi (nel sogno mi trovo in mezzo alle gente ma mi pento di esserci perché potrebbe essere pericoloso); altre volte sono semplicemente in mezzo a tante persone e mi sembra di non avere bisogno del mio spazio vitale perché essere in tanti è una condizione naturale. Davvero curiosa la mente umana alla ricerca di un equilibrio. Sempre più impauriti cerchiamo una strada sospesi tra gli estremi e ci chiediamo che cosa ci fa più paura.