Nascere figlio d’arte (mio padre era pittore) può essere una bella rottura di palle, questo è un luogo comune, ma da come la vedo io è anche il regalo più bello che Dio, o chi per esso, ti possa fare quando decide di rimandarti qui, a sgranchirti le gambe, sul terzo sasso dal sole.
Da piccolo mi interessava tutto; ero molto curioso.
E in quegli anni, cioè quando ne avevo 5 o 6, ho scoperto la mia dote migliore, quella che mi accompagna ancora e che mi ha permesso di fare il lavoro che faccio.
Voglio provare a spiegarvi, se riesco, questa mia in fondo banalissima capacità.
Tutti i bambini vedono qualcos’altro nella forma delle cose. Io lo vedo ancora e mi sono ritrovato ad essere un riassemblatore anarchico che cambia le funzioni agli oggetti e alle immagini. Di quei tempi ricordo che, a chi mi chiedeva: «cosa farai da grande?» rispondevo, senza esitazioni: «l’inventore!»
Non tutti i mestieri si imparano a scuola.
Quello che faccio io, per esempio, non deriva da una preparazione accademica, ma nasce da esperienze personali.
È anche un po’ difficile da definire perché è come un minestrone con tanti sapori, ma è un lavoro creativo… e assomiglia vagamente a un gioco.
Diciamo che, per tentare una classificazione, di base sono un illustratore.
Ai miei tempi non esistevano scuole dove apprendere quest’arte, chiamiamola così, erano tutti autodidatti; tutt’al più qualcuno aveva frequentato il liceo artistico o l’Accademia di Belle Arti, oppure qualche corso di disegno.
Ma io mi sono ritrovato a fare anche lo scenografo, il costumista, il designer; ho usato la scultura, la fotografia, la rielaborazione digitale nelle più svariate applicazioni.
Mi sono dedicato agli effetti speciali, al concept design, al modellismo e alle “matte-paintings”.
Alcune di queste cose in Italia non si facevano molto spesso, figuriamoci se c’erano strutture dove poterle imparare.
Ho anche realizzato sigle, spot pubblicitari, cartoni animati… ma non è questo il punto; a livello scolastico non ho nemmeno finito il liceo classico, dove peraltro il disegno non è contemplato e allora da dove proviene la mia competenza?
Questa domanda, che sembra sparata li da un carabiniere, ma che ha un sapore vagamente filosofico, genera una riflessione: se l’esperienza è il frutto di innumerevoli e a volte bizzarri accadimenti che costellano la nostra vita, perché non cercare sfruttarli rendendoli la somma di una multidisciplina?
Quando negli anni Ottanta mi hanno offerto la possibilità di insegnare Disegno e Anatomia alla scuola del Fumetto di Milano e Psicologia della visione nei corsi della Regione Lombardia, per essere abilitato a farlo ho dato gli esami per la maturità artistica e mi sono iscritto all’Accademia di Brera, ma non avendo materialmente il tempo, l’ho frequentata pochissimo e soprattutto non l’ho mai finita!
Sui miei documenti quindi c’è scritto illustratore.
Una volta, la ragazza alla reception di un hotel, ridandomi la carta d’identità, mi chiese: «mi scusi, ma cos’è un illustratore?»
Beh, si può dire cheè un pittore che lavora per l’industria.
Ma non è un po’ quello che facevano gli artisti del rinascimento? Quelli che non stavano a cazzeggiare tutto il giorno in cerca dell’ispirazione!
Venivano contattati dal committente, che allora di solito era la Chiesa, o un ricco mecenate ed eseguivano, secondo il loro stile, l’opera richiesta.
I nostri committenti spesso sono le agenzie pubblicitarie, però non si lavora solo in questo ambito.
A me, per esempio, è capitato di fare cose anche per l’editoria, l’industria discografica, le fabbriche di giocattoli, la televisione, il cinema e altro ancora.
Di solito si procede così: proponi un bozzetto dell’idea che hai elaborato e, dopo aver avuto l’approvazione, esegui l’illustrazione con la tecnica che reputi più opportuna.
Ma allora è un lavoro divertente?
Sì, è un po’ come giocare; sei sempre lì a spaciugare coi colori… praticamente non si cresce mai!
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Illustratore, scultore, concept designer, scenografo, costumista, modellista. Specializzato in FANTASCIENZA e FANTASY lavora per la pubblicità, l’editoria, il cinema, la televisione, la discografia. 21/2/1951 – vive e lavora a Milano. Liceo classico e Accademia di Brera. Ha insegnato “psicologia della visione, anatomia e illustrazione.
Per il cinema ha ideato e realizzato i veicoli, le armi e gli oggetti di scena del film NIRVANA di Gabriele Salvatores. Per il cinema di animazione ha realizzato le scenografie, i mostri e i costumi del film AIDA DEGLI ALBERI di Guido Manuli e le scenografie dei lungometraggi: L’EROE DEI DUE MONDI, MONSTER MASH; le scenografie di corti e videoclip per RONDO’ VENEZIANO.
Per la televisione ha realizzato le scenografie, i modelli e i costumi per gli spot: NESQUIK – FABBRI – OSRAM – MATTEL – KINDER – GEOX – EURONICS… ecc. La regia di spot PEUGEOT, la co-regia, i props, i costumi e le matt paintings per il video SPACE INVADERS di Salmo.
Ha realizzato le sigle per: MATRICOLE E METEORE – LA MACCHINA DEL TEMPO – PRESS KEY AWARD – CYBERBANG – RISATISSIMA – CIAO CIAO – LA LUNA NEL POZZO… ecc.
Ha lavorato per le agenzie: McCANN ERICKSON – J.W. THOMPSON – ARMANDO TESTA – CAMPARI ADVERTISING – ITALIA BBDO – LEO BURNETT – MILANO & GREY – CATO JOHNSON – HILL & KNOWLTON – BROUCC & DDB NEEDHAM – BYKE – ALBERTO CREMONA – GGK – PARK CONCEPT – LINTAS – LA SCUOLA DI E.PIRELLA – MICHAEL GOETTSCHE – LE BALENE…ecc.
Ha realizzato le illustrazioni per le campagne di : CAMPARI – SONY – FORD – COCA COLA – AGIP – LUMBERJACK – CARLSBERG – GENERAL ELECTRIC – CATERPILLAR – ZENITH – ROCHE – KO HI NOOR – DELCHI – ALESSI – MECANORMA – APPLE – BARILLA – KRAFT – BIANCHI … e moltissime altre.
Ha realizzato illustrazioni per gli editori: MONDADORI – DeAGOSTINI – FABBRI – PERUZZO – DEL DRAGO – Editrice NORD – IL CASTORO – LINDAU – GLENAT – IKON. e per le case discografiche: CGD MESAGGERIE MUSICALI – RICORDI – ARISTON – BABY RECORDS – SAAR – HARMONY – ROCKLAND…ecc.
Ha pubblicato per Gilgamesh Edizioni il libro FUNZIONI NON VERBALI.
https://victortogliani.wixsite.com/arts