Cassandra
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Horror?
Lasciamo parlare un esperto: Rosario De Sio che conosce Lovecraft come fosse un amico di vecchia data.
Prima ancora di affermarsi come genere letterario, l’orrore è un sentimento e questo sentimento ha radici molto antiche, in letteratura così come nell’animo umano. È lecito considerare l’horror come una sorta di fratello minore del gotico dal quale si è emancipato nel corso del tempo, dando origine a molti sottogeneri. Il gotico nasce in seno alla cultura preromantica grazie a scrittori dilettanti. È il caso de Il castello di Otranto (1764) di H. Walpole grazie al quale fantasmi, spiriti, castelli infestati, cimiteri, streghe e brughiere desolate iniziano ad entrare nell’immaginario collettivo. Agli orrori di Walpole fanno eco le eroine della scrittrice inglese Anna Radcliffe (I misteri di Udolpho e L’italiano) e il sadico e demoniaco Ambrosio (Il monaco) di M. G. Lewis, dove accanto all’orrido e al macabro si va mostrando un’attenzione particolare a temi come la sessualità sino ad allora considerata un tabù. L’orrore però non è causato solamente da streghe, fantasmi ed eventi soprannaturali, a volte sono le stesse azioni umane a introdurre l’orrore nella realtà. È questo è il grande tema incarnato dal Frankenstein (1818) di Mary Shelley. Con la diciannovenne inglese il gotico inizia davvero una grande fase di trasformazione, in esso, infatti, iniziano a confluire elementi esoterici, fantastici, misterici, filosofici che si fonderanno tra loro contribuendo a plasmare trame sempre più fitte e complesse. Inoltre il grande elemento di novità è l’attenzione all’aspetto psicologico dei personaggi fino ad allora poco curato o a tratti stereotipato. Il mondo anglosassone è la vera culla del genere, però anche in Germania troviamo validi esempi di letteratura gotica come i Racconti notturni di E. T. A. Hoffman. Ad accogliere l’eredità inglese è l’America che con E. A. Poe e il suo romanzo breve riesce definitivamente ad emancipare l’horror dal gotico. Con storie come William Wilson, Il barile di Amontillado, Il gatto nero, Il cuore rivelatore s’inizia a intravedere l’esigenza di affrontare temi nuovi: il luogo dell’orrore diventa l’animo umano, l’inconscio. La mente il nemico dell’uomo. La penna di Poe non smette d’indagare i meandri dell’inconscio e la sua produzione sarà destinata ad avere un forte impatto su tutti gli scrittori futuri. Nel novecento la narrativa dell’orrore vede apparire in Austria Il golem (1915) opera dai tratti esoterici di Gustav Meyrink, in Inghilterra Matthew P. Shiel pubblica La nube purpurea, Brian Stoker lancia la sorprendente avventura di Dracula mentre in America scrittori come Robert W. Chambers (Il re giallo), Arthur Machen (Il gran dio Pan) e l’irlandese Lord Dunsany (Gli dei di Pegana)gettano le basi per un nuovo modo di intendere l’orrore, un orrore non più relegato alla sfera del soprannaturale e del terreno ma un orrore cosmico. A mettere in contrapposizione l’uomo, innanzi alla grandezza dell’universo sarà da H. P. Lovecraft la cui opera uscita in gran parte sulla rivista Weird Tales, avrà un influenza note sugli scrittori successivi a cominciare dal suo caro amico Clark A. Smith. La letteratura dell’orrore vede accrescere il suo pubblico e questo grazie al fatto che i racconti in gran parte sono pubblicati su riviste acquistabili per pochi soldi. Nel dopoguerra l’horror prende strade diverse influenzate anche dalle correnti del tempo. Fritz Leiber scrittore poliedrico e uno dei massimi esponenti del genere farà della metropoli il luogo dell’incubo e della crisi dell’individuo (Nostra signora delle tenebre). Diversa invece sarà la strada intrapresa da Robert Bloch autore di Psycho molto più interessato all’aspetto psicologico mentre scrittori come Ira Levin (Rosemary’s Baby) e William P. Blatty (L’esorcista) rielaborarono in chiave moderna il tema della possessione demoniaca. Negli anni 70 ad affermarsi sulla scena internazionale fu uno scrittore di Portland Stephen King. Costui ha reinterpretato temi del passato riuscendo a fondere nei suoi romanzi passato e presente, tradizione e modernità romanzi come Pet Sematary, Le notti di Salem o Shining dove è reinterpretato il life motiv della casa infestata lo dimostrano senz’altro. Con King la letteratura dell’orrore ha raggiunto il suo apogeo grazie anche al cinema che negli hanno realizzato pellicole memorabili portando sullo schermo l’orrore dei grandi scrittori del passato e del presente. Dagli anni 2000 l’horror sembra aver intrapreso una nuova via riappropriandosi di elementi truculenti e immagini violente che trovano compimento soprattutto nel cinema splatter. Tra gli scrittori contemporanei oltre a King vale la pena ricordare Neil Gaiman autore di American Gods, Dan Simmons e per quanto riguarda l’Italia, Valerio Evangelisti con il ciclo sull’inquisitore domenicano Nicolas Eymerich uscito per la prima volta su Urania edita da Mondadori.
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