Black and Blue
Black and Blue di Andrea Carlo Cappi – Il primo investigatore afro-europeo picaresco, duro e ironico.Non lavora per la polizia … Leggi tutto
Spionaggio?
Lasciamo parlare uno dei massimi esperti italiani sul tema: Andrea Carlo Cappi, già traduttore di James Bond.
Le spie sono sempre esistite in letteratura, dalla Bibbia a I tre moschettieri, ma cominciano ad affermarsi nel 1907 in Gran Bretagna con L’agente segreto di Joseph Conrad. Dapprima si tratta di nemici al servizio di potenze straniere, nei cui complotti possono restare coinvolti cittadini comuni, da Richard Hannay ne I trentanove scalini di John Buchan, ai Beresford in Avversario segreto di Agatha Christie, tutti poi reclutati dal controspionaggio.
Oltre ai dilettanti, spesso a combattere le spie sono poliziotti e persino detective privati. A consolidare la figura dell’agente segreto professionista come eroe/antieroe dell’Occidente è il romanziere William S. Maugham con Ashenden l’inglese, inaugurando anche una tradizione di scrittori con esperienze dirette nell’intelligence: in Francia Jean Bruce (OSS117); in Gran Bretagna Graham Greene, Ian Fleming (James Bond 007), John Le Carré (George Smiley), Kenneth Royce (XYY); negli USA E. Howard Hunt (Peter Ward).
Se fino al 1945 i nemici erano perlopiù tedeschi, entro il 1950 (si veda la serie Dark di Peter Cheyney) il testimone passa ai sovietici, con qualche scivolata nel maccarthismo in Mickey Spillane. Negli anni ’60 la spy-story oscilla tra noir e avventura esotica, sul modello di Fleming, e a volte fantatecnologia, sull’onda dello 007 cinematografico. Agli stereotipi strutturali e ideologici sfuggono però, oltre a Greene o Le Carré, autori del calibro di Len Deighton.
Le serie di narrativa spionistica trionfano in Regno Unito, USA e Francia, da dove Gérard De Villiers (SAS) conquisterà il primato mondiale di vendite. In Italia vi si cimenta con classe anche il maestro del noir Giorgio Scerbanenco. Ma la collana specializzata di Mondadori Segretissimo, in edicola con successo dal 1960, si basa solo sugli stranieri, salvo eccezioni, fin quasi al 2000. Negli anni ’70 nasce il format del corposo bestseller spionistico (storico, di attualità o fantapolitico) che vedrà in libreria autori come Frederick Forsyth, Ken Follett, Robert Ludlum, Tom Clancy e, in Italia, Alan D. Altieri.
Dato per finito con la Guerra Fredda, il genere trova invece spunti sempre nuovi. Soprattutto in Italia, dove da fine anni ’90 si crea una generazione di autori che oscillano tra il filone più popolare e quello più sofisticato. Stefano Di Marino alias Stephen Gunn (Il Professionista) ne è oggi l’autore più venduto. La critica forse non lo ha ancora scoperto, ma ora la spy-story parla più in italiano che in altre lingue.
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