Angelo Basile nasce a Milano nella seconda metà del secolo scorso del passato millennio.
Condizione, quest’ultima, non comune a tutti.
Porta avanti gli studi classici, collezionando una serie di poco fruttuosi ma molto divertenti sette in condotta, tutti ampiamente meritati, creando intorno a sé un’aurea mistica nelle feste studentesche consumate a casa di amici.
Nella seconda metà del ‘900 si usava, tra coetanei, frequentarsi fisicamente. Immagino lo abbia sperimentato anche Mark Zuckerberg. Non credo vivesse davvero in un garage.
In seguito ad un paternalistico consiglio impartito dal preside del Liceo in una gremita Aula Magna, Angelo si vede costretto, però, alla fine del terzo anno, ad intraprendere la carriera di manovale.
Per circa un anno l’edilizia milanese lo vede coinvolto in movimentazioni di materiali inerti su e giù o nel mezzo delle scale, per citare l’immenso Dalla.
Poi, improvvisa, la svolta.
All’età di diciotto anni esce di casa, si iscrive ad un corso triennale per diventare infermiere, condivide diversi appartamenti con altri studenti. Ricominciano le feste.
In quegli anni si diploma, si fidanza con la donna che diventerà sua moglie, si spende nel mondo del volontariato, recupera gli anni persi frequentando scuole serali, dopo il lavoro, conquistando la maturità. Almeno sulla carta.
Dal giorno del diploma ad oggi ha quasi sempre lavorato in sala operatoria.
Non ha mai abbandonato le passioni che lo accompagnano dall’infanzia. No, no, non le feste.
Intendevo la lettura, onnivora, e la scrittura.
Nel 2016, al suo esordio letterario, tardivo ma meditato, vince il concorso internazionale Le Fenici e il suo libro, La cattiveria dei granchi, viene pubblicato da Montag.
Partecipa a diversi concorsi letterari ottenendo riconoscimenti vari.
Nel 2017 il racconto La neve non fa rumore è fra i dieci finalisti del premio La Quara, selezionato da personaggi illustri quali Liliana Segre e Ferruccio de Bortoli, e viene pubblicato nell’antologia del premio.
Stessa sorte per il racconto Luna di miele, pubblicato nell’antologia Buona notte horror.
Scrive principalmente di notte, quando gli impegni lavorativi e familiari glielo consentono. Forse è per questo che alcuni racconti hanno un’impronta crepuscolare.
Consapevole che gli italiani sono un popolo di santi, poeti e navigatori, da qualche anno, con la famiglia, naviga il mare alla scoperta di nuovi colori, odori e sapori.
Sulla santità ci sta ancora lavorando.
Ha cominciato la sua collaborazione con la Oakmond Publishing pubblicando il racconto La neve non fa rumore.
Con la Oakmond Publishing ha pubblicato il thriller horror Plenilunium e pubblicherà presto un’antologia di racconti horror, no, ironici, no, grotteschi, no forse più… bah, questa casa editrice per fortuna se ne infischia del genere, dunque diciamo semplicemente che pubblicherà con loro un libro di racconti.
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