L’orologio

Dal diario di Adriana

Cercavo un documento in un cassetto ed eccolo, proprio in fondo, rintanato in un angolo l’ho visto: l’orologio di mio padre. Un orologio in acciaio, di valore medio, massiccio. Nell’ultimo anno, prima che se ne andasse, lo portava comunque con orgoglio al polso.

Scandire il tempo

Sebbene  le sue giornate,  come tanti anziani,  fossero scandite solo da esigenze elementari come il  pranzo e la cena  spesso mi guardava e d’un tratto mi chiedeva di controllare se aveva l’orologio al polso. Quando faceva la doccia e accettava di toglierlo il primo pensiero era indossarlo il più presto possibile come se quell’orologio gli restituisse ciò che era stato, l’orgoglio di se stesso. Che dignità ha un uomo senza orologio?

Certe perdite non si elaborano mai

Ci sono perdite che vengono elaborate nel tempo o forse giacciono nel profondo del nostro cuore. Non puoi dimenticarti di un genitore ma la vita ti trascina nella quotidianità delle cose da fare e nell’evidenza della normalità di un padre o di una madre che ti lasciano. Ma quell’orologio lo trattengo nelle mie mani e m vengono in mente le sue mani, le vene dei polsi, la sua carnagione leggermente ambrata.