Dal diario di Adriana
Giorno 3
All’alba, uscendo di casa per andare al lavoro, sono passata vicino al grande tavolo sul quale ormai da settimane mio marito e mia figlia cercano di comporre un puzzle gigantesco di ben 5000 pezzi. Hanno pazienza e intuito, caratteristiche che a me mancano, e con gioia ho constatato che i due Jedi che per qualche giorno impugnavano spade laser smozzicate, sono riusciti infine a fronteggiarsi.
Per far comparire invece il volto di Liam Neeson con la sua altera bellezza – maestro Jedi acclamato dai fan di Star Wars – ragionevolmente dovrò ancora aspettare. Ci vorrà tenacia e precisione. Nessuna fretta, nessun affanno.
Il tempo scorre diversamente
Il tempo – questo è chiaro – scorre diversamente davanti alle tessere di quell’immenso puzzle mentre il mondo si esercita sui numeri del contagio. Curve statistiche in ripida salita e poi – ci dicono – curve più dolci che rendono l’attesa più mite e ci fanno sperare di poter uscire finalmente dall’incubo. Dovrò imparare dai componenti della mia famiglia a entrare in quella dimensione magica nella quale ore e minuti scorrono in modo diverso, restando in una stanza, protetti, al sicuro.
La verità è che io sono sempre stata una da biliardino o calcetto, come volete chiamarlo, insomma quel gioco nel quale speri sempre di avere dall’altra parte un avversario imbranato e lento. Io ho sempre avuto bisogno di velocità, di un guizzo, di uno scatto e anche di una sfida per poter arrivare alla meta e consumare le mie energie che, quando ero ragazza, mi sembravano infinite. Mi vengono in mente i pomeriggi al mare quanto sei saturo di sale e di sole e cerchi rifugio sotto la tettoia del bar per giocare, appunto, a calcetto scivolando verso il tramonto. Con il passare degli anni ho sì imparato a rallentare il ritmo ma mai troppo per evitare che le pause e l’eccessiva calma potessero condurmi a pensieri troppo impegnativi sul senso della vita. Perché ne ho sempre avuto paura.
Anche il mio tempo comincia a distillarsi
E invece eccomi qui. Anche il mio tempo comincia a distillarsi, assume consistenza diversa e viene scandito da cose molto più semplici oltre il lavoro. La lettura di un buon libro, una breve passeggiata in giardino andando avanti e indietro sempre in cerca della mia tartaruga, uno sguardo all’albero nel quale continuano a nascondersi i pappagallini, dispettosi e chiacchieroni. Tutte cose che fino a qualche tempo fa mi sembravano impossibili. La mia clessidra riparte dal principio.