Dal diario di Adriana
Giorno 27
L’anno scorso al festival di Venezia ho incrociato la grande Letizia Battaglia. Sfoggiava un nuovo colore di capelli, tra le diverse tonalità di rosso, e la voce roca mi è arrivata nitida tra i tavolini del bar.
Letizia Battaglia è una delle fotografe italiane più famose, forse anche nel mondo. Mi è tornata in mente proprio ieri. Fu lei infatti nel 1980 a scattare la foto che ritrae Sergio Mattarella poco più che quarantenne mentre presta soccorso al fratello Piersanti, presidente della Regione Sicilia, massacrato a Palermo davanti alla sua abitazione mentre si recava a messa. Con quell’omicidio l’isola sembrò perdere le speranze di risollevarsi dagli intrecci tra mafia e politica e sul volto di Sergio Mattarella c’è la disperazione e lo sconforto.
Una foto, un pezzo di storia
“Arrivai sul posto – ha raccontato Letizia – forse pochi secondi dopo i killer e cominciai a scattare senza tregua… era una strage che avrebbe lasciato il segno della storia italiana”. Da quella foto è passato un pezzo di storia del nostro paese. Tutto è cambiato o poco cambiato.
Un uomo solo eppure…
L’immagine di Sergio Mattarella, divenuto presidente della Repubblica, mentre si reca al Vittoriano nel giorno del 75esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, è un pugno nello stomaco come lo fu quella foto accanto al corpo straziato del fratello. È un uomo solo, un puntino nell’immensità della scalinata che conduce all’altare della patria, eppure la sua immagine è netta. Ci siamo tutti un po’ aggrappati ieri a quello scatto che non potremo cancellare dalla nostra memoria. Lo guardavamo e, nonostante tutto, ci sentivamo meno soli.