Dal diario di Adriana
Giorno 5
Il presidente del Consiglio, in diretta tv da Palazzo Chigi, ha comunicato agli italiani che il virus rallenta la sua corsa ma che ancora non possiamo abbassare la guardia o avere comportamenti scorretti. Alcuni, con il virus o in quarantena, continuano ad andare in giro, untori senza morale. Almeno per ora le misure restrittive verranno prorogate fino al giorno di Pasquetta compreso e non ci saranno colazioni di gruppo con salame e pizze. Le uova di Pasqua verranno aperte dai bambini all’interno del proprio piccolo nucleo familiare.
Ce la faremo?
Ce la faremo? Spesso – quando conduco il telegiornale – ho l’onere di raccontare molte brutte notizie. Oltre alle vittime del coronavirus ieri mi sono imbattuta in una storia che mi è sembrata raccapricciante. In Sicilia un giovane e promettente medico uccide la fidanzata, studentessa di medicina, con la quale conviveva da tre anni e poi cerca di togliersi la vita. Le ferite riportate sono lievi ed è quasi immediatamente in grado di spiegare, nell’interrogatorio al quale viene subito sottoposto, che ha ucciso la sua compagna perché lei lo ha contagiato con il virus. Viene effettuato un tampone e la sua versione dei fatti viene immediatamente smentita. Per chi, come me, da tempo segue i troppi casi di femminicidio che accadono nel nostro paese questa vicenda sembra solo l’ennesimo capitolo di una strage infinita. Ma, sebbene non sia possibile immaginare alcuna attenuante per il comportamento di quest’uomo che non era mai stato – così dicono – violento, mi chiedo che cosa sia accaduto nella sua mente.
Dobbiamo fronteggiare l’impazzimento.
Leggo oggi una breve su un quotidiano. Un giovane di 26 anni a Milano viene messo in cassa integrazione dal suo datore di lavoro, come gran parte dei suoi colleghi, visto il calo della produzione. Il ragazzo torna a casa e si toglie la vita. Scorrendo le agenzie di stampa mi imbatto in un’altra notizia decisamente agghiacciante. Risala ad alcuni giorni fa nel Sussex. Un uomo uccide la sua famiglia, moglie, figlio e il cane, e poi si toglie la vita. L’agenzia di stampa collega il tragico evento alle tensioni di questo periodo. Chissà.
Dobbiamo fronteggiare l’impazzimento. In genere l’essere umano ha risorse fisiche e psichiche quasi sconosciute e riesce a combattere e a superare guerre, povertà e lutti. Ma c’è chi è più fragile, più impaurito e forse lo è da tempo, ancor prima del coronavirus, perché nessuno uccide all’improvviso. Ma i brutti pensieri, talvolta custoditi e covati in segreto nel profondo, possono trasformarsi in azioni. Le nuvole che si addensano possono diventare burrasca. Nessuna vergogna. A volte basta una telefonata o una conversazione via skype per trovare le risposte. In cantina i lettini di Freud con il paziente sdraiato di spalle in una assurda solitudine come ne La stanza del figlio di Nanni Moretti. Ora più che mai dobbiamo scacciare le nuvole, guardarci in faccia e regalarci un sorriso.