Fin dagli anni liceali, frequentati a Siena, si è sentito attratto dagli studi letterari, in particolare dagli autori romantici, soprattutto italiani e inglesi, cullando a lungo il progetto di diventare un insegnante universitario di Lettere. Tra un progetto e un altro si dedicava molto a scrivere poesie, anche in rima, soprattutto sonetti, uno dei quali fu premiato e pubblicato sull’Antologia Città di Siena. Dopo la maturità, poco prima dell’autunno, rimuginando le parole di un amico, con un colpo di teatro nel mezzo di una notte, interruppe il sonno dei genitori per rivelare loro il fermo proposito di intraprendere gli studi di Medicina. La frequenza di studi scientifici e il trapassare degli anni adolescenziali fece scomparire in lui, oltre all’acne giovanile, anche la voglia di scrivere.
Dopo la laurea e l’abilitazione, iniziò il lavoro di medico di famiglia in una condotta di campagna, con pazienti che tutto il dì godevano ottima salute, ma solo nella notte scoprivano di essere ammalati e di avere urgente bisogno di un medico. Così, appagato e fiero di essere sopravvissuto a un anno di notti insonni, si trasferì, sempre come medico di Medicina Generale, a Pistoia, città dove tuttora vive ed esercita. Nel frattempo i casi della vita lo portarono ad aggiungere alla Medicina la pratica della Odontoiatria, che, con gli anni, decise di trasformare in quella della Chirurgia Paradontale e della Implantologia.
Dopo anni di torpore letterario, frequentò il praticantato per divenire giornalista: scriveva per il Corriere Medico, e si compiaceva di avere come datore di lavoro la Rizzoli Editore Milano e, per giunta con prestigiosa sede in via Solferino.
Gli venne poi offerta la Direzione Responsabile del periodico La voce dell’Ordine di Pistoia, incarico che riveste tuttora.
Fu quindi indotto da colleghi medici, prima a scrivere un capitolo in Armonie di Donna, per le Edizioni BCC, e in seguito a occuparsi della bibliografia sul rapporto Vino ed Eros per i timbri dell’Editore Giunti.
Da anni è consulente artistico letterario e analista del linguaggio per la rivista Forum artis.
Una sera buia di autunno piena di vento, sul molo di Rimini, dopo un congresso di aggiornamento, venne attratto dalle luci di una vasta struttura che ospitava una esposizione di libri: di libri narrativi, di libri veri, di libri vivi, palpitanti, non freddi libri di saggistica inespressivi e apatici, ma libri che mentre li leggi ti scaldano le mani. Dopo la cena non riusciva a prendere sonno, in quella camera d’albergo: il pensiero e la bramosia di dar vita a una narrazione, una qualsiasi lo teneva in angoscia. Il sonno di quella notte fu tardivo e breve, ma soprattutto si rivelò denso di sogni inquieti con incubi di pagine bianche da riempire di trame e orditi, di personaggi e descrizioni.
Nacque così il primo romanzo: Magari, una sorta di via di mezzo tra la storia di un amore e la cronaca di una nevrosi a due che, stranamente, riportò un immenso, insperato successo. Dalla vicenda narrata originarono, a cura dell’Amministrazione Comunale, un video di promozione turistica di 32 minuti e un’azione scenica teatrale. I personaggi di Magari (Sassoscritto, 2010) vennero presi a prestito per la pubblicità di un ristorante e di un take away.
In seguito pubblicò SMS – Save My Soul (Sassoscritto, 2013), una narrazione composta esclusivamente di discorsi diretti: messaggini e posta elettronica. Un’opera apparentemente leggera, ma con finale ruvido e violento.
Fu poi il turno di Avventicinque – Cioccolatini per l’anima, un calendario dell’Avvento dove si sostituiva con una poesia natalizia il dolcetto di ciascuno dei primi 25 giorni di dicembre .
Pubblicò in seguito una raccolta di liriche con due amici poeti: Semplicemente dal cuore e infine un racconto nell’antologia Il tempo di Rodo.
Ricopre da decenni il ruolo di medico sociale della società calcistica U.S. Pistoiese.
È sommelier iscritto all’AIS ed esperto di Champagne ed è iscritto alla SIAE, come musicista e autore di testi. Attualmente sta preparando la tesi come medico agopuntore.
Con la Oakmond Publishing pubblicherà a breve un romanzo noir erotico.
Scrive perché:
– non è ancora riuscito a prendere coscienza del sottile confine tra malattia e creatività, tra norma e follia.
– confida che in ogni ombra si possa scoprire un po’ di luce.
– cerca, senza alcuna certezza, di fare in modo che le sue parole siano migliori del suo silenzio.
– teme che, senza la scrittura, non riuscirebbe a far volare via la polvere grigia che l’esistenza deposita sulla pelle e accumula dentro l’anima.
– non vuole mai guardarsi indietro. È convinto che, continuando a imparare, riesca a trattenere la giovinezza.
– spera così di non terminare l’esistenza in un vuoto senza uguali.
– spesso confonde il sogno con la realtà. Nel terrore che ciò che definisce vita possa scomparire con il risveglio di un mattino, e trasformarsi in qualcosa di completamente diverso.